Servizio idrico integrato: un ginepraio di tariffe nel guado di una riforma

L’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha assunto da qualche anno nuove funzioni in materia di servizi idrici integrati che si sono concretizzate nella definizione di un nuovo metodo transitorio tariffario MTT (delibera 585/2012/R/idr il 28 dicembre 2012)  valido per il periodo 2012-2013 e nell’approvazione della prima Direttiva per la trasparenza delle fatture (delibera 586/2012/R/idr).

In base al nuovo metodo si passa da un sistema di regolazione ex ante in cui si prevedono per i prossimi anni i costi da sostenere in base ai volumi d’acqua da erogare ad una regolazione ex post basata sul riconoscimento dei costi di consuntivo. Per il calcolo della tariffa del 2013 si è pertanto preso a riferimento i dati del bilancio del gestore locale riferiti al 2011 e adeguati all’inflazione reale.

La prima differenza sostanziale è che con il metodo precedente (Metodo Normalizzato) era stabilito per decreto un incremento massimo del 5% (più inflazione) mentre ora l’Autorità non ha imposto limiti al rialzo anche se ha previsto, in caso di aumenti superiori al 13,4% (biennio) indagini approfondite per verificarne la correttezza.

Un’ulteriore differenza è che con riferimento alla risorsa finanziaria, l’Autorità per l’energia ha stabilito che tali costi non debbano essere riconosciuti a piè di lista – favorendo comportamenti inefficienti o opportunistici – bensì attraverso riferimenti standard.

Quali effetti per il consumatore del nuovo metodo?

Il nuovo metodo ha introdotto degli aumenti tariffari in alcuni casi anche notevoli e ha contribuito, a differenza di quanto si pensasse a priori, ad accrescere la disomogeneità delle tariffe sul territorio in quanto numerosi soggetti competenti non hanno proceduto ad inviare gli atti di predisposizione delle tariffe.

Da uno studio realizzato da Spu (si veda figura), il quadro tariffario (nuovo metodo) appare molto disomogeneo anche perché ogni ente ha criteri differenti (si vedano ad esempio gli scaglioni di consumo).

A complicare il quadro occorre in aggiunta rilevare che la soppressione delle Autorità d’ambito ha paralizzato la gestione del servizio per alcuni territori a causa dell’inadempienza degli enti locali. L’Autorità però è corsa ai ripari avviando un procedimento finalizzato alla determinazione d’ufficio del moltiplicatore tariffario per le gestioni inadempienti (deliberazione 271/2013/R/idr).

In conclusione, tra aumenti e non aumenti, in una giungla tariffaria, e con i ricorsi al Consiglio di Stato avanzati da più parti il Paese continua a disperdere questa preziosa risorsa.

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