Fonti rinnovabili ai minimi (asse sx) nella settimana 38 (dal 17 al 23 settembre) e gas e carbone ai massimi. Considerati i prezzi della CO2 che gli impianti devono sostenere per la normativa ETS e considerato che la materia prima gas, in parte indicizzata al petrolio, ha livelli cmq sostenuti. Il prezzo settimanale baseload medio si è attestato a 80,33 €/MWh. Quali previsioni? Una maggiore quota FER potrebbe rendere meno caro l’autunno: un pò di vento incomincia a tirare e nella zona Sicilia il 27 settembre siamo andati 4 volte a prezzo 0 €/MWh. Solo un clima favorevole potrebbe calmare le acque. Se l’inverno sarà rigido pagheremo cara la politica dei dazi americana.
La formazione del prezzo dell’energia elettrica è fortemente condizionata, oltre che dal livello tra offerta e domanda (qui non rappresentato), dalla tecnologia produttiva che è dietro l’offerta. Il grafico riporta in verde la quota FER sull’offerta nazionale (estero escluso) accettata in borsa, in grigio quella da gas e in marrone quella da carbone. L’asse orizzontale riporta le settimane del 2018. La settimana n. 9, giorno delle tempeste (Burian), può essere considerata un’anomalia per il picco di domanda e per il ricorso al carbone (record). Per offerta tecnologica si intende l’offerta nazionale (escluso estero) accettata in Borsa.
Fonte: Elaborazioni Grafiche su dati GME S.p.A.
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