Tra le nomination del prestigioso INDEX AWARD 2013, il premio internazionale di design promosso dall’organizzazione danese INDEX: Design to Improve Life®, vi è “S1″, lampada disegnata e prodotta dall’impresa sociale californiana d.Light. Questo modello, destinato alle popolazioni più povere di India e Africa, ha la particolarità di non aver bisogno dell’energia elettrica per funzionare. È sufficiente quella del sole, immagazzinata durante il giorno dai piccoli pannelli solari montati sopra.
Ormai sono molti i progetti di grandi gruppi o piccole organizzazioni con al centro il tema dell’accesso all’energia e – nello specifico – dell’illuminazione degli spazi abitativi in quelle zone depresse dei Paesi inVia di Sviluppo.
Secondo i dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), sono oltre 1 miliardo e 300milioni le persone che nel mondo, ancor oggi, non accedono a moderni servizi energetici. Circa 400 milioni di queste persone risiedono in India.
I vantaggi derivanti dall’accesso a un’illuminazione moderna non si limitano alla pur importante opportunità di svolgere attività anche dopo il tramonto. Molto spesso, per le popolazioni povere nel mondo, il gesto di “accendere la luce” corrisponde a bruciare kerosene o petrolio contenuto in rudimentali e poco efficienti lampade. Un sistema altamente nocivo per la salute, costoso, e in generale, non sostenibile dal punto di vista ambientale. Tuttavia se il terzo aspetto ha riflessi importanti, ma valutabili a lungo termine, i primi due hanno un impatto immediato sulle popolazioni che vivono in abitazioni anguste, mal areate e costruite senza seguire alcun standard di sicurezza. Persone che, inoltre, si vedono costrette a impiegare le poche entrate nell’acquisto di combustibile (circa il 30% del salario per coloro che vivono con due dollari al giorno).