L’installazione di nuovi contatori di ultima generazione (capaci di gestire flussi bidirezionali) ad opera dei principali gestori elettrici nazionali riapre il tema dell’interazione tra tecnologie fotovoltaiche di facile installazione (praticamente con la spina) alla rete elettrica.
L’innovazione potrà sorprenderci con un’integrazione negli ambienti domestici di queste tecnologie sotto forme ad oggi impensabili (pensiamo ai climatizzatori). Una domotica avanzata in cui il consumatore è anche produttore e gli strumenti consentono, anche ricevendo i giusti segnali sul prezzo orario dell’energia elettrica, di optare tra diverse modalità di consumo o diciamo anche di non consumo (negawatt).
L’innovazione per dispiegarsi al meglio necessita però di informazioni, trasparenza e soprattutto di un quadro normativo favorevole e duraturo.
Proprio sul tema del “fotovoltaico plug and play” l’Autorità per l’energia sembrava con il DCO 614/2016 voler andar a fondo. Per ora la Delibera 786/16 sembra prendere tempo e anche a livello europeo il quadro è abbastanza opaco. Ovviamente, nel frattempo, vi sono Paesi che hanno pienamente autorizzato il plug & play senza troppi problemi (es: Svizzera).
In questo articolo vogliamo, sollecitati sul tema, ricordare l’importanza di conoscere i propri consumi e soffermarsi a volte sul valore del kWh. La generazione distribuita presenta interessanti prospettive di utilizzo sia per ridurre il consumo ma anche per ridurre i picchi di prezzo. Se guardiamo al valore dell’energia all’ingrosso, nel sistema italiano le ore più care risultano, per il biennio 2017-2018 quelle dalle 18 alle 21 con un prezzo medio di 65 €/MWh (al netto delle perdite di rete).
Ma come si sa nelle tariffe c’è ben altro. I valori tariffari medi volumetrici per uso domestico (figura) ammontano, sino ad oggi, nel 2018 a 185 € ogni 1.000 kWh (un valore medio lordo per un cliente da 3.600 kWh/anno).
Per consumi superiori ai 3.600 kWh/anno il chilowattora risparmiato assume un valore decisamente più alto in quanto aumenta il consumo relativo al secondo scaglione (>1.800), quello con tariffe decisamente più care.
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