Disegno di Legge sulla Concorrenza

Ripercorriamo l’iter del Disegno di Legge sulla Concorrenza per trarne alcuni spunti. Partiamo dalla seconda Segnalazione dell’Autorità del luglio 2014 con la quale si proponeva di “prevedere un programma di uscita scansionata di tutti i consumatori dal regime di maggior tutela”. Per il Garante della Concorrenza, tutti i consumatori dovevano uscire dai regimi di prezzo amministrati e in modo scansionato.

Nell’aprile del 2015, il Governo Renzi presenta il DDL sulla concorrenza (C-3012). In tema di energia troviamo 3 articoli di legge:

  • apertura dei mercati del gas al 1° gennaio 2018;
  • apertura dei mercati della luce al 1° gennaio 2018;
  • emanazione di apposito decreto ministeriale e attività di monitoraggio dei prezzi.

Il testo presentato lasciava al Ministro dello Sviluppo Economico il compito di attuare la riforma senza definire alcun principio di delega. Sarebbe stato un Decreto Ministeriale a completare il processo di liberalizzazione e a gestire il passaggio di 24 milioni di POD da un fornitore all’altro. Considerata la portata del tema, la Camera dei Deputati, e nello specifico la X Commissione permanente introdusse diversi elementi aggiuntivi:

  • condizionamento dell’intero processo di liberalizzazione ad un monitoraggio da parte dell’Autorità su di una serie di aspetti a garanzia del funzionamento del libero mercato (unbranding, funzionamento del SII);
  • creazione di un portale per la confrontabilità dei prezzi;
  • incremento dei bonus per le famiglie disagiate;
  • abilitazione dei fornitori.

Il testo, a nostro giudizio più completo rispetto a prima, restava ancora però carente sul tema della gradualità di uscita e sulle modalità di gestione di quei POD che tecnicamente possiamo definire “dormienti”. Il tema, non affrontato era quello di come gestire il silenzio assenso quando le società che svolgono il servizio di tutela devono chiudere i battenti per legge e quando si ha un servizio, quale quello dell’elettricità, in cui si deve garantire per legge la continuità di fornitura.

Tra le novità introdotte in quella fase merita attenzione la previsione di appositi “meccanismi che favoriscono la concorrenza e la pluralità di fornitori e di offerte nel libero mercato”. Un principio, più da economisti che da politici, ma rilevante in quanto considera il punto di arrivo del mercato retail italiano: vale a dire un mercato con più di 400 operatori che ogni giorno innovano (taluni in senso negativo del termine) per prendersi i clienti.

Dall’ottobre del 2015 al maggio del 2017, il testo rimase politicamente insabbiato al Senato. A maggio, sotto il Governo Gentiloni, con lo strumento della fiducia, tenuto conto delle modifiche apportate dalle Commissioni pertinenti, viene approvato un nuovo testo. Le novità introdotte sono essenzialmente le seguenti:

  • posticipo della data al 1° luglio 2019;
  • introduzione di un servizio di default/salvaguardia specifico per gli utenti “dormienti” e per quelli che in futuro, quando non ci sarà più il servizio di tutela, rimarranno senza fornitore di energia (es: fallimento del fornitore).

Aspetto fondamentale di questo servizio di default o di salvaguardia è che dovrà basarsi su procedure concorsuali per aree territoriali e a condizioni che incentivino il passaggio al mercato libero (vale a dire che una volta finiti in questo mercato di salvaguardia deve convenire sul piano economico per l’utente uscirne, quindi si può affermare a condizioni peggiorative rispetto allo stesso mercato libero).

Confermato il principio della definizione di misure “che favoriscono la concorrenza e la pluralità di fornitori e di offerte nel libero mercato” e “l’ingresso consapevole degli utenti nel libero mercato”.

Infine merita soffermarsi sull’importanza del provvedimento considerato che il “mercato dei tutelati” conta circa 24 milioni di POD e che gli operatori che hanno sin d’ora gestito i regimi di tutela, faranno di tutto per sfruttare il loro brand e convincere gli utenti ad abbandonare il mercato tutelato, come testimonia l’avvio di un’indagine conoscitiva ad opera dell’Autorità garante del mercato e della concorrenza su tre aziende che erogano il servizi di tutela. Indagine avviata su segnalazioni di alcuni operatori del mercato libero.

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