Il mercato all’ingrosso di energia elettrica non sembra ancora essere pronto a crescere ma piuttosto si potrebbe confermare un trend stabile se non addirittura proseguire al ribasso nel corso degli ultimi mesi del 2014. Questo perché l’economia mondiale stenta a partire e nei primi sei mesi del 2014, la domanda di energia elettrica italiana è risultata in flessione del 2,8% rispetto ai valori del corrispondente periodo del 2013. Il 2014 sarà un ulteriore anno di contrazione dei consumi elettrici.
Da considerare inoltre la crescita considerevole del contributo delle fonti rinnovabili (idroelettrico incluso) che favoriscono la discesa dei prezzi all’ingrosso. Ma l’elemento che più ha influenzato la Borsa elettrica è il combinato disposto di uno status di overcapacity conil passaggio da un prezzo gas indicizzato al brent sulla base di contratti rigidi (take or pay) ad un prezzo gas spot (PSV e PBGAS). Questi due elementi messi insieme hanno innescato un vero impulso al ribasso dei prezzi.
Quali prospettive per i prossimi mesi?
Lato petrolio siamo in una situazione di “contango” con rischio di aumenti considerevoli dell’offerta di petrolio immessi sul mercato. Un altro elemento positivo e che potrebbe veramente incidere sul mercato è quello della messa in funzione, per metà 2015, del famoso cavo Sorgente-Rizziconi i cui lavori iniziarono nel luglio del 2010. Significherebbe che la centrale di San Filippo del Mela ad olio combustibile, non tra le più efficienti, potrebbe non essere più chiamata a produrre energia a beneficio di impianti limitrofi più efficienti. Da notare, anche se l’suo del carbone nel mix elettrico italiano è limitato, che il prezzo del carbone ha registrato negli ultimi anni (2012-2013) un calo continuo proprio per l’elevata concorrenza con il gas sempre più abbondante per effetto dell’incremento di quantità innescato dallo sviluppo dello shale-gas statunitense.
Tra gli elementi che potrebbero far salire i prezzi dell’energia troviamo una quanto mai improbabile brusca ripresa dell’economia e quindi della domanda elettrica, oppure, un evento problematico sulla rete elettrica europea in periodi di elevata manutenzione o un eventuale inverno avaro di piogge che influenzerebbe sulla indice di producibilità idroelettrica. Aumenti rilevanti dei prezzi del gas sui mercati spot potrebbero, ipotizzando anche un’anticipazione a novembre di un inverno fortemente rigido e una situazione geopolitica instabile (Ucraina-Russia), far crescere i prezzi dell’elettricità ma non ai livelli del 2013.
Complessivamente si conferma un quadro in cui le utenze che hanno sottoscritto contratti a prezzo fisso devono riflettere sull’opportunità di rinegoziare le proprie condizioni, sicuramente, fuori mercato e optare per due strade percorribili:
- un nuovo prezzo fisso per il 2015 (più basso rispetto a quello negoziato a fine 2013);
- un indicizzato a parametri dei rispettivi mercati all’ingrosso (Pun e Pfor).
Resta sempre attuale il dubbio tra prezzo fisso e prezzo indicizzato al PUN/PFOR. Evidenziamo che avere un contratto a prezzo fisso ti consente di non subire aumenti (e neanche riduzioni) su una parte della fattura stimabile per una piccola impresa in circa il 29% mentre per il restante 71% il trend degli ultimi anni è stato di forti incrementi.
La complessità del mercato e delle sue variabili dovrebbe far riflettere sulla opportunità e la convenienza ad affidare la gestione delle utenze a professionisti per avere sotto controllo i costi dell’energia.